All'occhi d' 'a genti (l'occhio sociale)

 

Indicazioni Specifiche
Scheda Commedia
Genere COMMEDIA BRILLANTE
Lingua Italiano e dialetto Siciliano
Atti TRE
Anno stesura 2015
Prima rappresentazione Teatro Comunale di Trecastagni 12/12/2015 (regia dell'autore)
Personaggi necessari Totali 14 uomini: 7 Donne: 7
       

 

Breve sinossi

La commedia è ambientata qualche anno fa, quando la scuola era una prerogativa dei benestanti e un tempo perso per chi credeva nel duro lavoro e nel pane quotidiano.

Nasceva così l’industriosità di persone che avevano la voglia di conoscere, di apprendere e di approfondire le tematiche della vita.

In questo quadro s’inserisce Angelino, umile “scapparu” di paese. Sognava di studiare, conoscere il mondo attraverso i libri, ma le esigenze quotidiane lo hanno portato a esercitare, degnamente, la professione di ciabattino. Istruito per autoformazione, conosce alcuni semplici rimedi di medicina e pertanto. Ma come spesso accade, fra un consiglio ed un altro, pur senza volerlo, la gente gli dà l’appellativo del desiderio: don Angilinu ‘u dutturi!

Accade, tuttavia, che il riconoscimento più alto gli si riconosce solo nel momento del bisogno, mentre rimane per tutti quello che è: scapparu.

Con lui vive l’unica figlia che, per il suo comportamento burbero e maschilista, è evitata da tutti.

Don Angilinu viene coinvolto nelle vicende del paese e soprattutto nell’espletare le funzioni di medico nei consulti dei moribondi.

Attorno a lui ruotano altri personaggi che spesso trovano collocazione nella tradizione dei piccoli paesi come il nostro: il malvivente, la sensale di matrimoni, il tradito…

L’agire è spesso frutto di ciò che la gente vuole che sia e all’occorrenza la persona si trasforma in quello che vogliono gli altri. Pur non volendo, senza che ce ne accorgiamo, il nostro corpo assume quell’atteggiamento che più è gradito all’interlocutore del presente; lo stesso avviene col nostro comportamento che si conforma, dunque, a ciò che è gradito agli altri.

Nella tradizione e nel segno di “cosa può pensare la gente”, ci si muove come in un palcoscenico dove la finzione diventa realtà e ognuno recita più parti. L’occhio sociale entra sempre e in qualsiasi istante nella vita di relazione. Si fa quello che vuole la gente perché così è stato e così dovrà essere.

La cultura serve proprio a controbilanciare questo modo d’esistere ed a far uscire dal assegnatogli alcuni dei personaggi.